Iniziano i lavori alla Reggia di Caserta: «Deliciae regis felicitas populi». Così era inciso sulla medaglia sotterrata da re Carlo insieme alla prima pietra del nuovo palazzo reale. Un'opera destinata a diventare il simbolo di una città e Patrimonio dell'Umanità. Avendo unito le due corone di Napoli e Sicilia, Carlo di Borbone pensò che un regno così vasto meritasse una residenza ufficiale degna di competere, per maestosità e sfarzo, con le più importanti regge europee, in particolare con Versailles e con il Castello di Schönbrunn (a Vienna). La zona più adatta fu individuata nella pianura di Terra di Lavoro, sia per la morfologia del territorio che consentiva modifiche e ampliamenti in corso d'opera, sia per la collocazione periferica che metteva il palazzo al riparo da qualsiasi attacco. Del progetto fu incaricato l'architetto napoletano Luigi Vanvitelli, figlio del famoso pittore olandese Gaspare van Wittel (italianizzato in Vanvitelli), iniziatore della corrente pittorica del vedutismo. A quei tempi, era già noto per i suoi interventi nella riprogettazione del porto di Ancona e per esser stato nominato architetto della Basilica di San Pietro in Vaticano (carica che mantenne per tutta la vita). Ispirato dalle idee di grandi maestri del barocco come Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, Vanvitelli mise a punto il disegno dell'immensa fabbrica borbonica e giovedì 20 gennaio del 1752, si arrivò all'inaugurazione dei lavori. Accanto all'architetto, armato di cazzuola e martelletto, re Carlo di Borbone e la regina Maria Amalia di Sassonia diedero inizio alla cerimonia, sotterrando la prima pietra insieme a monete d'oro e d'argento. Passò quasi un secolo prima che venisse portata a termine, a causa dei ritardi legati sia alla morte del Vanvitelli nel 1773 (cui subentrò il figlio Carlo che riscontrò notevoli difficoltà a rispettare fedelmente il progetto paterno), sia per la salita di Carlo al trono di Spagna nel 1759, che vide i suoi successori seguire con scarso interesse l'opera. Al suo completamento, nel 1845, la struttura si mostrò in tutto il suo splendore: un edifico di 47.000 m² di superficie, circondato da uno sterminato parco, che univa il gusto rinascimentale del giardino italiano alle nuove tendenze sperimentate da André Le Nôtre a Versailles. Tra i lussuosi arredi interni, meritano una menzione particolare la Cappella Palatina, curata da Vanvitelli finanche nelle decorazioni, e il Teatro di Corte, sublime esempio di architettura teatrale settecentesca. Quando nel 1861 la residenza fu acquisita al patrimonio del Regno d'Italia, tra gli oggetti inventariati il bidet destò particolare sorpresa tra i funzionari sabaudi, che gli stessi descrissero come «oggetto per uso sconosciuto a forma di chitarra». In anni recenti, la Reggia di Caserta (dal 1997 sotto l'egida UNESCO) è stata utilizzata come set cinematografico per riprese di film noti, tra cui i primi due episodi della saga Star Wars e Mission Impossible 3. {!} inserisci il box Almanacco nel tuo sito o nel tuo blog
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