Assassinato a Sarajevo l'arciduca d'Austria: Il 28 giugno è il giorno di San Vito (in lingua slava Vidovdan) e per il popolo serbo è festa nazionale. Il cuore delle celebrazioni è nella capitale Sarajevo, dove sono attesi l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell'Impero austro-ungarico, e sua moglie Sofia. Il corteo reale arriva nelle vie del centro dopo le 10 e la prima accoglienza non è delle migliori. Dalla folla viene lanciata una bomba che manca l'auto dell'Arciduca, ferendo gravemente gli occupanti di quella che segue. È il primo atto di una strategia omicida ideata da un gruppo di sette cospiratori, che inizialmente sembra destinata al fallimento. I sette sono membri della Mlada Bosna (Giovane Bosnia), un gruppo politico che lotta per l'unificazione di tutti gli jugoslavi. Trasportato al sicuro in municipio, Francesco Ferdinando decide di far visita ai feriti in ospedale. Ignaro del cambio di programma, l'autista della macchina reale prosegue il vecchio percorso, rendendosi indirettamente complice di un attentato destinato a sconvolgere gli equilibri europei. Pochi metri dopo lo studente Gavrilo Princip esplode due colpi di pistola che feriscono mortalmente la coppia reale. La notizia dell'attentato scuote le diplomazie d'Europa e nel giro di un mese gli eventi precipitano portando allo scoppio della Prima guerra mondiale, nota anche come "Grande guerra". Gli studiosi sono concordi nel ritenere che l'episodio sia stato soltanto un pretesto colto dall'Impero austro-ungarico per scatenre il conflitto, che sarebbe scoppiato comunque. Tratto in arresto, l'omicida morirà in carcere di tubercolosi insieme a un complice; altri tre finiranno impiccati. {!} inserisci il box Almanacco nel tuo sito o nel tuo blog
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