Golpe in Urss: In contrasto con l’azione riformatrice avviata da Michail Gorbaciov con la "Perestrojka" del 1987, alcuni vertici militari e dello Stato mettono in atto un golpe. L’obiettivo è quello di far saltare la firma del Nuovo Trattato d’Unione, che avrebbe trasformato l’Unione Sovietica in una federazione di repubbliche indipendenti sotto un unico presidente. Il blitz ha i suoi riferimenti nel vice di Gorbaciov, Gennadi Janaev, nel primo ministro Valentin Pavlov, nel ministro della Difesa Dmitriy Jazov e nel capo del KGB Vladimir Kryuchkov, uniti nel "Comitato generale sullo stato di emergenza". Il previsto appoggio della popolazione non c'è e a Mosca migliaia di cittadini scendono nelle strade per difendere il Parlamento russo. Il 21 agosto viene sancito il fallimento definitivo del golpe con l’arresto di tutti i congiurati. Nonostante ciò, la posizione di Gorbaciov si è indebolita di molto e le gerarchie non rispondono più ai suoi comandi. Inizia un’escalation di avvenimenti che porteranno alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, nata il 30 dicembre 1922 dalle ceneri del vecchio Impero zarista, a suggello della Rivoluzione d'ottobre guidata da Lenin. L’atto conclusivo avverrà l'8 dicembre 1991: i capi di Russia, Ucraina, e Bielorussia sottoscriveranno l'accordo di Belavezha, che dichiara dissolta la più grande repubblica socialista della storia, sostituendola con la Comunità degli Stati Indipendenti. {!} inserisci il box Almanacco nel tuo sito o nel tuo blog
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