Ford introduce la catena di montaggio: Decine di operai in fila, lungo un nastro trasportatore, che ripetono gli stessi gesti a un ritmo cadenzato. Funziona così la catena di montaggio, introdotta per la prima volta nelle fabbriche da Henry Ford il 1° dicembre del 1913. A dieci anni dalla fondazione della Ford Motor Company il mercato automobilistico è in fermento, con una sempre crescente domanda di autoveicoli. In questo scenario, il fondatore della casa statunitense trova la risposta più efficace nelle teorie dell'ingegnere Federick Taylor, che in Principi del management scientifico (edito nel 1911) espone la sua ricetta per rendere più efficiente la produzione industriale. Fondamento della sua teoria, che la storia battezzerà come Taylorismo, è la divisione dei ruoli degli operai, a ognuno dei quali è assegnato un preciso movimento che si ripete sempre uguale e in un tempo predefinito. Principi che Ford traduce con l'introduzione della catena di montaggio, applicata inizialmente alla fabbricazione dei magneti. Il risultato è sorprendente: un netto dimezzamento dei tempi di assemblaggio. Di qui il metodo viene esteso a tutta la filiera di produzione e il primo modello a inaugurarlo è la Ford Model T. È con essa che nasce il Fordismo, ossia la produzione di massa che in poco tempo sarà assimilata dalle maggiori compagnie industriali di tutto il mondo. La produzione in serie modifica lentamente le abitudini della gente, dando vita a quella società dei consumi, così come oggi la conosciamo. Se l'economia sembra trarre solo benefici dalla catena di montaggio, lo stesso non può dirsi per i lavoratori, che si vedono condannati a una condizione di forte stress e alienazione, denunciata dalle organizzazioni sindacali e da celebri film come Metropolis (1927) di Fritz Lang e Tempi moderni (1936) di Charlie Chaplin. {!} inserisci il box Almanacco nel tuo sito o nel tuo blog
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