Wegener espone la teoria della deriva dei continenti: Il geologo, esploratore e meteorologo tedesco Alfred Wegener espose, in un incontro al museo Senckenberg di Francoforte, una delle più geniali intuizioni scientifiche del XX secolo: centinaia di milioni di anni fa la Terra era formata da un unico continente, poi smembratosi in più parti andate alla deriva. La teoria aprì la strada alla geologia moderna. Di ritorno da una prima spedizione esplorativa in Groenlandia, dove costruì la prima stazione meteorologica locale, Wegener s'indirizzò allo studio sull'origine dei continenti. Teorie sul loro spostamento esistevano già dalla fine del Cinquecento, come dimostrano le argomentazioni del cartografo olandese Abraham Ortelius, secondo cui il profilo delle coste dei continenti faceva pensare a un distacco provocato da «terremoti e inondazioni». Un'ulteriore conferma in questa direzione arrivò nel XIX secolo, grazie allo studio dei fossili attraverso cui si riuscì a dimostrare che il Nordamerica e l'Europa erano stati accomunati in passato da un'identica flora. Di qui il geologo austriaco Eduard Suess derivò la tesi dell'esistenza di un ancestrale supercontinente Gondwana dalla cui scomposizione sarebbero nati quelli che oggi conosciamo. Tuttavia nessuna di queste formulazioni era in grado di fornire una spiegazione coerente della causa del fenomeno. Toccò a Wegener presentare per la prima volta in maniera organica l'affascinante teoria della deriva dei continenti. L'occasione fu una riunione dell'Associazione geologica al museo di storia naturale Senckenberg (è il secondo del genere in Germania), a Francoforte. Secondo lo studioso tedesco, nel Paleozoico, e in buona parte del Triassico, le terre emerse erano unite in un unico supercontinente, da lui chiamato Pangea, contrapposto a un unico superoceano, Panthalassa. La prima frammentazione si verificò circa 200 milioni di anni fa dando vita a Laurasia (Europa, Asia e Nordamerica) e Gondwana (Sudamerica, Africa e Oceania). Successive spaccature portarono ai sei continenti definitivi (Africa, America, Antartide, Asia, Europa, Oceania). A supporto della sua teoria, Wegener portò i rinvenimenti in Africa e America meridionale di fossili animali e vegetali della stessa specie, vissuti nello stesso periodo e che non era verosimile credere che si trovassero lì dopo aver attraversato l'oceano. Nella stessa sede, documentò che India, Australia, Africa meridionale e America meridionale erano state coperte contemporaneamente dai ghiacci, ragionevolmente prima della suddivisione. Queste conclusioni, raccolte nel volume L'origine dei continenti e degli oceani, non attecchirono immediatamente nella geologia ufficiale. Nella seconda metà degli anni Sessanta furono rielaborate per costruire la più generale teoria della tettonica delle placche, con cui vengono analizzati i fenomeni dinamici della crosta terrestre. Quest'ultima, parte della litosfera, è formata da sette placche (note anche come zolle) più grandi, oltre a una dozzina di più piccole e altre decine di microplacche. Questo sistema di placche, muovendosi, genera i terremoti, il formarsi di catene vulcaniche, l'apertura e la chiusura degli oceani. {!} inserisci il box Almanacco nel tuo sito o nel tuo blog
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